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Quando la pratica incontra la teoria: DEAL porta il laser scanner in aula (sul campo) con UniPa

Durante un recente sopralluogo in una masseria storica – progetto ancora in corso di cui presto sveleremo i dettagli – Michael e Giuseppe, insieme a Chiara, Carlo e Pietro del team di DEAL, hanno avuto l'occasione di lavorare fianco a fianco con gli studenti del laboratorio “Progetto di recupero e conservazione degli edifici” con il Professor Campisi dell’Università degli Studi di Palermo.

A invitarci è stato l'ing. D'amore, dottorando all'università, che tra le altre cose ha appena ultimato una libro specificatamente sulle masserie che pubblicherà tra qualche settimana. Il fine è stato quello di mostrare agli studenti del corso come funziona davvero un rilievo digitale avanzato, non solo sui libri ma direttamente sul campo.

Deal team

Parte del team di DEAL presente durante la giornata di sopralluogo e formazione con l’Università degli Studi di Palermo

Le tecniche di rilievo tradizionali – quelle che si fanno con metro, flessometro e tanta pazienza – funzionano benissimo per appartamenti e piccole ristrutturazioni, e rimangono una base solida da conoscere, ma quando ti trovi davanti a una masseria complessa, con volte irregolari, rigonfiamenti nelle murature e tubature che corrono dove non te le aspetti, il discorso cambia.

"Le vecchie metodologie vanno bene, ma specialmente in queste strutture un po' più complesse, quando si parla di masserie, stadi, ospedali, il processo di rilievo si è evoluto molto ed è entrato in scena il laser scanner"
Michael rivolgendosi agli studenti in apertura della dimostrazione pratica.

Come funziona il laser scanner?

Subito dopo è seguita una vera e propria dimostrazione che ha illustrato come funziona effettivamente (e praticamente) uno strumento di rilevazione di questo tipo. In poche semplici parole, il laser scanner – nel caso specifico l'RTC – invia raggi luminosi di cui conosce direzione e velocità. Calcolando il tempo che impiegano a tornare indietro, determina la distanza esatta e posiziona un punto nello spazio tridimensionale. Questo processo avviene circa 2 milioni di volte al secondo.

Il risultato che si ottiene è una "nuvola di punti" – milioni di coordinate X, Y, Z che ricreano fedelmente la struttura.

Deal team with laser scanner

Giuseppe, Pietro e Carlo alle prese con le rilevazioni laser scanner e le successive elaborazioni

Durante la dimostrazione pratica nella masseria, una singola scansione ha permesso di rilevare elementi che con metodi tradizionali sarebbero stati complicati da misurare: un tubo che correva alto sul soffitto, una finestra a cui non si arrivava facilmente, i dettagli millimetrici delle volte e così via.

Una delle funzioni che ha catturato l'attenzione degli studenti è stata poi il virtual tour. Ogni scansione crea infatti un'immagine a 360 gradi che, caricata in software specifici come quelli di Leica, permette di "rientrare" virtualmente nello spazio anche quando sei in ufficio.

"Immaginate di aver fatto il rilievo, di essere tornati in studio e di accorgervi che vi manca una misura. Con una scansione di questo tipo potete prenderla direttamente dal computer, senza dover tornare in cantiere"
Michael Graceffa sui vantaggi della digitalizzazione

Dalla nuvola al modello, anche per la mappatura del degrado e il conseguente restauro

Ma la nuvola di punti non è fine a sé stessa. Ha ricordato poi Giuseppe. È la base per lo "Scan to BIM" – di cui ne abbiamo parlato molto approfonditamente in questo articolo. I dati raccolti dal laser scanner (e dal drone, quando serve mappare anche l'esterno) vengono processati e trasformati in un modello tridimensionale completo. Utilizzabile poi in Revit ad esempio.

"Possiamo passare direttamente dalla fase preliminare alla progettazione definitiva ed esecutiva, avendo già tutto a quota millimetrica"
Giuseppe Prestianni

Per la masseria in cui si trovavano, sarebbero bastate una media di 4-5 scansioni per avere una nuvola completa dell'intero stabile. Tuttavia, in progetti ben più grandi, come lo stadio Renzo Barbera o un resort da 60 ettari, a DEAL è capitato di aver fatto anche 2-3.000 scansioni.

Masseria

Uno dei cortili interni della masseria

Aerial view masseria

Il complesso della masseria catturata con una foto dal nostro drone

Non bisogna però credere che sia “solo” una questione di velocizzare i processi. Il laser scanner diventa infatti uno strumento prezioso anche nel restauro. La professoressa che accompagnava gli studenti aveva notato un rigonfiamento nella facciata della masseria per esempio – "il laser riesce a rilevare esattamente la curvatura di tale rigonfiamento", ha spiegato Michael.

"Possiamo lavorare direttamente sulla muratura, capire dove sono i rigonfiamenti, le macchie di umidità, e fare una mappa completa del degrado".
Michael Graceffa

Ispirazione per entrambe le parti

Alla fine della dimostrazione, gli studenti hanno potuto vedere in tempo reale la nuvola di punti appena catturata, navigarci dentro, capire come ogni singolo elemento della masseria fosse già digitalizzato e pronto per essere lavorato in studio. Non un'aula teorica, ma un cantiere vero, con da un lato professionisti che usano questi strumenti ogni giorno e dall’altro studenti smaniosi di imparare tecniche, tecnologie e “trucchi” del mestiere.

Giornate come questa ci ricordano perché facciamo questo lavoro. Trasmettere agli studenti non solo la tecnica, ma anche l'approccio e la cura che mettiamo nel rilievo digitale, ci dà una soddisfazione che va oltre il progetto in sé. E ci conferma che il digitale al servizio dell'architettura è a tutti gli effetti una necessità per chi vuole progettare con precisione e consapevolezza.